Amarcord: Mugello Stradale Story

C’era una volta il Mugello Stradale: una sorta di Nurburgring di casa nostra, disegnato sulle statali dell’appennino toscano, attraverso passi che suonano ancora leggendari: come la Futa, o il Passo del Giogo, luoghi che hanno segnato l’epoca d’oro delle corse su strada.

Un insieme unico e irripetibile di curve e saliscendi mozzafiato.

Ancor prima che la via Cassia fosse stabilmente inserita nel percorso della 1000 Miglia, questi tornanti propiziarono una gara su strada ispirata alla celebre Targa Florio, su un tracciato di oltre 60 km ricavato fra San Pietro a Sieve, Scarperia, Firenzuola e ritorno.

La prima edizione, in realtà una gara di regolarità, venne organizzata nel 1914. Il Circuito del Mugello entrerà ufficialmente nel calendario agonistico nel corso degli anni 20 e fu teatro dei primissimi successi sportivi del marchio Alfa Romeo. Poi un lungo periodo di oblio. La gara tornerà solo nel ‘55, su un circuito ridotto, e a vincere sarà la Ferrari di Umberto Maglioli, forse il più grande stradista di tutti i tempi.

La storia moderna del Circuito del Mugello comincia nel 1964, con il ritorno del tracciato originale da percorrere per 8 tornate. Dopo due edizioni in crescendo, nel ‘66 la corsa conosce un vero e proprio boom, grazie alla partecipazione delle squadre ufficiali, e a trionfare fu la Porsche Carrera 6 dei tedeschi Koch e Neerpash, davanti agli scatenati Enrico Pinto e Ignazio Giunti in lotta con le Alfa GTA.

L’anno dopo l’evento fu funestato dall’incidente mortale di Gunter Klass, che, nel corso delle prove, perse il controllo della sua Dino. Ritirate le Ferrari in segno di lutto, la gara si risolse nel duello fra le Porsche 910 e le ancora acerbe Alfa 33, con la vittoria finale di Mitter e Schutz per la casa di Stoccarda.

La rivincita l’anno seguente, quando davanti a 200 mila spettatori Nino Vaccarella, Lucien Bianchi e l’idolo locale Nanni Galli ebbero la meglio in un finale mozzafiato sulla Porsche 908 di Siffert –Steinemann. Il Gran Premio del Mugello era ormai una realtà e l’Italia magicamente scoprì di avere due Targa Florio, potendo affiancare alla storica corsa siciliana una nuova esaltante sfida in terra toscana.

Purtroppo l’impossibilità di mettere in sicurezza 60 e passa km di tracciato costringerà gli organizzatori a calere il sipario su questa avventura. La crescente competitività con cui si sono disputate le ultime due edizioni, tutte nel segno di Arturo Merzario e dell’Abarth 2000, al cospetto dei maggiori costruttori inglesi in lotta per il campionato Europeo sport 2 litri, decreteranno lo stop definitivo alla corsa.  Ma una tradizione motoristica così sentita non poteva disperdersi nel nulla. E così dal 1974 il Mugello ha un suo autodromo, di proprietà della Ferrari, dove poter perpetuare la questa passione: bellissimo e affascinante, ma pur sempre un moderno impianto permanente.

L’epoca d’oro delle corse su strada era ormai tramontata per sempre.

 

 

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