il tragico epilogo di Ignazio Giunti, una delle più tristi pagine del motorismo italiano, fece molto scalpore sia per la dinamica dell’incidente che lo provocò, sia per l’affetto con cui i tifosi seguivano il giovane pilota romano. Un sentimento vivo ancora oggi, a 50 anni dall’inizio della sua breve ma brillante carriera.
C’era una volta il Mugello Stradale: una sorta di Nurburgring di casa nostra, disegnato sulle statali dell’appennino toscano, attraverso passi che suonano ancora leggendari: come la Futa, o il Passo del Giogo, un insieme unico e irripetibile di curve e saliscendi mozzafiato, luoghi che hanno segnato la storia delle corse.
Il Circuito del Mugello, nato nel lontano 1914 negli anni ’60 conobbe un vero e proprio boom, tanto che l’Italia magicamente si ritrovò ad avere due “Targa Florio”: a fianco della storica corsa siciliana era pronta una nuova esaltante sfida agonistica. Ma l’epoca delle corse su strada avrà breve durata.
Mentre parole quali “crisi energetica” e “recessione” si affacciano prepotentemente alla ribalta, nasce nel 1973 il Giro Automobilistico d’Italia, vero canto del cigno della grande tradizione tutta italiana delle corse su strada.