Un’altra Dakar (?) è in pieno svolgimento…E il ricordo corre alla Paris-Dakar, l’ultima vera avventura on the road dell’era moderna. Un sogno, un miraggio, una sfida impossibile, pensata e concepita da un grande idealista, un grande uomo con la caparbia cocciutaggine di un bambino che non conosce il significato della parola “impossibile” e il cuore colmo di passione.
Eri il mio idolo, era bellissimo vederti dirigere la corsa come un capitano che governa la ciurma dal ponte di comando. Sono passati giusto 30 anni da quando, per inseguire il tuo sogno, te ne sei andato via. Sembra ieri, sembra un secolo fa. Difficile a dirsi, tanto è cambiato il motorsport in questi anni. Ma forse è il mondo ad essere cambiato tanto.
Oggi però il mio pensiero e il mio ricordo vanno a te, Thierry Sabine. Per dirti solo questo: grazie.
Quei tempi non torneranno più… Indimenticabile Thierry
Esatto, non torneranno mai più. Ma allora io mi chiedo: che senso ha continuare a chiamare “Dakar” una corsa che si disputa in Patagonia, per di più con un programma che prevede persino le pause pranzo?