“Ho una teoria sul motivo per cui alle donne piacciono tanto i piloti: è per la nostra vicinanza alla morte”
(James Hunt)
“Ho una teoria sul motivo per cui alle donne piacciono tanto i piloti: è per la nostra vicinanza alla morte”
(James Hunt)
“Ho una teoria sul motivo per cui alle donne piaccioni i piloti: è per la nostra vicinanza alla morte”
(James Hunt)
Dici “Porsche” e pensi a un’icona, a una filosofia costruttiva coerente e di successo, alla capacità di creare automobili uniche e immediatamente riconoscibili.
Come la Macan, la baby Cayenne nata nel 2013 e subito identificata come un “istant classic”, un prodotto autentico e innovativo al tempo stesso.
Oggi Macan in realtà è una famiglia di vetture, uniche nel loro genere eppure così diverse fra loro, per un’offerta che va da 250 CV della versione S diesel ai 400 CV della turbo, passando per i 340 CV della S benzina.
Il suo stile è inconfondibilmente Porsche, la sua scheda tecnica all’altezza del suo blasone. Generosi motori V6 biturbo, trazione integrale, sofisticate sospensioni attive con tre livelli di set-up, differenziale elettronico, il tutto per conferire alla Macan un’agilità e un dinamismo mai sperimentati su un’auto di questo segmento.
In più, il sottofondo ovattato di un rombo pieno e appagante, il sublime tratto che aiuta a gustare appieno il sapore della sportività. Non a caso, fra le prerogative dell’ultima generazione di Porsche, non manca la possibilità di regolare il sound proveniente dagli scarichi posteriori.
Una famiglia dunque, che oggi si completa con la versione GTS, la più cattiva nel look, come tradizionalmente la sua celebre sigla suggerisce.
Stile aggressivo, cerchi in lega dal disegno specifico, finiture in alcantara e maxi consolle con schermo touch da 7 pollici, interattivo come un tablet, che da oggi va ad arricchire l’allestimento di tutta la gamma.
Una versione che sottolinea ancor di più il legame con la sua proverbiale tradizione sportiva: un DNA vincente, espressione dell’impegno ai massimi livelli nelle competizioni, come testimoniano le due vittorie colte alla Parigi-Dakar nelle edizioni 1984 e 86, all’alba dell’impiego agonistico delle quattro ruote motrici.
Macan, una famiglia di granturismo polivalenti, sportive e dal grande heritage. Nel solco della tradizione Porsche.
Peugeot 2008 DKR cambia pelle, con una veste più aerodinamica e un motore ancora più potente: la nuova arma della casa del Leone per la conquista della Dakar 2016 è pronta a raccogliere sfida.
Forte dell’esperienza della passata edizione, e soprattutto di quattro vittorie consecutive alla fine degli anni ’80 nella Dakar che fu, la casa francese torna all’assalto della classicissima di apertura della stagione motoristica, che prenderà il via da Buenos Aires il 3 gennaio per concludersi sabato 16 a Rosario, dopo oltre 9000 Km e due settimane di gara.
La nuova 2008 DKR vanta un profilo molto più accurato. Sotto la carrozzeria in carbonio, le sospensioni sono state profondamente riviste, mentre i nuovi cerchi in magnesio sono abbinati a pneumatici Michelin più robusti e leggeri.
Ma le novità non finiscono qui. Per tornare a scrivere il proprio nome nell’albo d’oro della Dakar, nel 2016 Peugeot Sport calerà ben 4 assi.
A Stéphane Peterhansel, Carlos Sainz e Cyril Despres si aggiungerà infatti il re indiscusso dei rally, Sebastien Loeb. E sarebbe davvero un colpo sensazionale se il campione alsaziano dovesse riuscire ad aggiungere ai suoi 9 titoli iridati anche un successo nella prova regina del mondiale rally-raid.
In attesa che la maratona sudamericana emetta i suoi verdetti, è già possibile cucirsi addosso un po’ di spirito Dakar anche sulle strade di tutti i giorni, grazie a questa specialissima versione della Peugeot 2008 denominata Black Matt Limited Edition. Ideata e concepita esclusivamente per il mercato italiano, la 2008 Black Matt viene offerta in un accattivante nero opaco su cui spicca l’arancio dei gusci degli specchietti retrovisori, per un look aggressivo non lontano dalla livrea dell’omonimo buggy da corsa.
L’equipaggiamento è quello della versione Allure con interni in pelle, a cui si aggiungono i cerchi in lega da 17″, il navigatore satellitare e il sistema Grip Control, in grado di ottimizzare la motricità delle vettura sui fondi a scarsa aderenza.
Proposta in soli 120 esemplari con la sola motorizzazione BlueHDi da 120 CV, viene offerta in listino a 26.300 euro. Il prezzo dell’esclusività.
Peugeot è presente alla fiera AutoMoto d’Epoca di Padova con alcuni modelli entrati nella storia delle grandi corse africane, uno dei primissimi terreni di conquista del marchio del Leone. Una storia che inizia tra la fine degli anni ’50 ed i primi ani ’60 con le Peugeot 203 impegnate più volte nel Rally del Kenya. La vettura che darà maggiori soddisfazioni alla casa francese sarà però la 404, che trionferà più volte al Safari Rally. Successi replicati dalla 504.
Nel 1976 arriva la Peugeot 504 Coupé V6 da 240 CV che domina il Rallye du Bandama di quell’anno: partono in 51, arrivano in otto. Le prime cinque sono Peugeot. La vettura esposta sullo stand è la 504 Coupé V6 vincitrice del Safari Rally del 1978 con Jean Pierre Nicolas e Jean-Claude Lefebvre. Trazione posteriore, motore V6 con due carburatori triplo corpo, 2664 cc , 240 cavalli, cambio a 5 rapporti. Dopo anni nelle competizioni del Gruppo B alla fine degli anni ’80 si ritorna in Africa con la Peugeot 205 T16 Grand-Raid che vince l’edizione 1988 della Parigi-Dakar. La vettura esposta a Padova: 4 ruote motrici, motore 4 cilindri in linea turbo in posizione centrale posteriore, 1775 cc , 360 cavalli a 8500 giri, 4 valvole per cilindro, 2 alberi a camme in testa, cambio a 6 rapporti.
Infine nel 1990 è la volta della 405 T16 Grand-Raid si aggiudica nuovamente la Dakar. La vettura esposta sullo stand è la 405 T16 Grand-Raid telaio C403, terza al Rally di Tunisia del 1988 con Henri Pescarolo e, nel 1989, prima al Rally di Baja (Spagna) con Jacky Ickx e al Rally dei Faraoni con Ari Vatanen. Quattro ruote motrici, motore centrale posteriore, 4 cilindri, turbocompressa, 2 alberi a camme in testa e 4 valvole per cilindro, 1905 cc, cambio a 6 rapporti.
Dopo il ritorno nella Dakar dal 2015 e con l’ingresso nel team per il 2016 di Sebastien Loeb, la 2008 DKR16 è destinata a diventare nei prossimi anni una vettura destinata a prolungare questa affascinante storia.
Alla Fiera di Padova edizione 2015 Citroen rende omaggio ad una delle vetture simbolo della sua storia: la celebre Mehari, antesignana di tante vetture dedicate al tempo libero, presentata accanto alla sua erede spirituale, la Cactus.
Uno spazio particolare è dedicato alla 2CV Soleil, la serie speciale “mai nata” da poco realizzata a cura degli specialisti di Citroen. Due i protagonisti della storia: Serge Gevin, artista, designer, grafico francese, e la 2CV. La piccola, economica, robusta vettura ideata da Pierre-Jules Boulanger, a capo di Citroën negli anni Trenta, che così la sintetizzò ai suoi progettisti: “Voglio quattro ruote sotto ad un ombrello, capace di trasportare una coppia di contadini, cinquanta chili di patate ed un paniere di uova attraverso un campo arato. Senza rompere un uovo”. Sarà un successo epocale, in grado di suggerire, ispirare, promuovere, infinite personalizzazioni.
Proprio da un’idea artistica di Serge Gevin nacque, quasi per gioco, la prima serie speciale della 2CV, denominata Spot, la cui carrozzeria bianca – arancio riprendeva i motivi tipici delle sedie da spiaggia. Da questa versione derivò negli anni Ottanta la 2CV Charleston, declinata nelle scale cromatiche nero/giallo, nero/rosso, doppia tonalità di grigio.
È rimasta invece nel cassetto dei sogni dell’artista dal 1982 una 2CV davvero particolare, che lo stesso artista ci ha recentemente raccontato: “Deve essere bianca e gialla. La scocca bianca, i parafanghi gialli, così come il cofano posteriore e la capote. I paraurti devono essere bianchi, come le scocche dei fari (rotondi, mi raccomando), bianchi anche i cerchi delle ruote. Sul bagagliaio c’è il disegno di un salvagente e sulle portiere un cappello da marinaio ed una pipa. Guardandola, si deve pensare al cielo, al mare, al sole, alla gioia di vivere”.
Se è vero che l’heritage è parte integrante del Brand DS Automobiles, non poteva certo mancare uno stand dedicato ai 60 anni di una delle icone automibilistiche più note e celebrate. E così alla Fiera di Padova 2015, ecco una DS 19 in allestimento cabrio del carroziere LeChapron, una DS 23 Pallas del 1973, l’apice della carriera dela DS che fu, a fianco ad una fiammante DS5 nello speciale allestimento 60° anniversario. Ne parliamo con Eugenio Franzetti, Direttore delle PR del gruppo PSA e Elena Fumagalli, Responsabile della Comunicazione di DS Italia
Nuovi arrivi nel mondo del motorsport.
Ds automobiles scende in lizza a fianco del team Virgin Racing nel campionato di Formula E 2015/2016.
Il marchio di lusso del Gruppo PSA (Peugeot-Citroen) è dunque fra i primi a raccogliere la sfida nella rivoluzionaria serie per monoposto a motore elettrico, visto che, dopo un primo anno disputato con vetture monotipo, la stagione che va a iniziare vedrà un maggiore coinvolgimento delle case automobilistiche, che potranno fornire delle power unit appositamente realizzate.
Una nuova sfida anche per Yves Matton, fresco reduce da due stagioni trionfali sul ponte di comando del team Citroen nel WTCC.
Ambiziosa la squadra e prestigiosi i due piloti della scuderia, con Jean-Eric Vergne chiamato ad affiancare in seno al Team Virgin il confermatissimo Sam Bird.
Al di là degli obiettivi del Team DS Virgin Racing, di certo la casa francese ha lanciato un chiaro segnale riguardo alla sua visione sul futuro della mobilità.
Peugeot al Salone di Francoforte 2015 propone il suo lato più dinamico e sportivo, con una serie di variazioni sul tema della 308, dal tradizionale allestimento GTi, che nella speciale versione by Peugeot Sport arriva a sprigionare 270 cavalli, alla nuova Peugeot 308 Racing Cup da 308 CV che sarà protagonista del nuovo campionato monomarca della casa francese dal 2016 sui maggiori paesi europei. Infine, il top della teconologia, una 308 Hybrid R, capace di ben 500 CV, spriginati dalla sua originale power unit che combina un motore termico e due motori elettrici sulle ruote posteriori.
L’idea di futuro per Peugeot accorpata nelle linee avveniristiche e compatte della Fractal. Una concept car sportiva due posti con linee taglienti e aerodinamiche e tetto rigido retrattile, spinta da due unità elettriche che complessivamente erogano 204 cavalli. A linee esterne tanto elaborate, corrisponde un interno altrettanto futurista, che pone di fronte all’automobilista un i-Cockpit aggiornato, con head-up display e quadro strumenti con schermo olografico, e un nuovo schema di comunicazione e allert tutto basaso sul sound e non più semplicemente da spie sul cruscotto.
Citroen sottolinea una volta di più la prprioa vocazione alla libertà e all’anticonformismo con una declinazione ancor più “use-friendly” della Cactus. Denominata Cactus M, è idealmente l’erede della Mehari, la compatta “vettura da spiaggia” di fine anni ’60 basata sul pianale della 2CV e carrozzeria interamente in plastica. Facile immaginare un futuro commerciale a questa ammiratissima proposta. Oltre alla Cactus M, Citroen propone l’interessante concept car Aircross, al debutto europeo, la rinnovata gamma della compatta C1, e le famiglie di motori Diesel BlueHDi, tra cui il tre cilindri benzina PureTech turbo, votato come Motore dell’Anno, disponibile sulla C4. Ne parliamo con Frederic Douvenier, Exterior Design Citroen, e Marco Freschi, Responsabile della Comunicazione Citroen Italia.