motorsport

DS TECHEETAH SATORY

Le sinergie tra motorsport e strada sono tante: DS 3 Crossback e-tense porta nel mondo di produzione le tecnologie della monoposto elettrica, in particolare il sistema di rigenerazione dell’energia che rappresenta un quarto dell’autonomia complessiva.

Quando non si può provare in pista, specie considerata l’abbondanza di tracciati cittadini nel campionato Formula E, l’allenamento prosegue poi al simulatore del centro di Satory che diventa fondamentale e impegna a lungo i piloti, permettendo loro non solo di prendere confidenza con il mezzo e con la diversa gestione della frenata a causa del sistema rigenerativo, ma anche di familiarizzare ulteriormente con il tracciato.

PRESENTAZIONE DS3 CROSSBACK

La DS 3 Crossback ha uno stile pregiato che già abbiamo avuto modo di conoscere ed apprezzare sulla DS 7 Crossback. Le carte in regola per sbaragliare la concorrenza le ha tutte, in un particolare segmento dove la francesina dovrà scontrarsi soprattutto con la Mini Countryman e l’Audi Q2. Per superare la concorrenza la DS 3 Crossback si presenta agli automobilisti italiani con una gamma di 5 motori termici ed una motorizzazione 100 % elettrica E-Tense, in arrivo alla fine del 2019.

Interessante anche il prezzo di partenza di 26.600 euro, ovvero la cifra necessaria per portarsi a casa l’allestimento So Chic PureTech 100 con cambio manuale: rispetto alle versioni base delle auto concorrenti presenta già una dotazione di serie abbastanza ricca.

Citroen a Retromobile 2019

 

 

Citroen sarà presente al Rétromobile 2019 con uno stand particolarmente ricco, con il chiaro obiettivo di offrire al pubblico la possibilità di ammirare da vicino ben trenta tra i modelli più iconici del marchio francese.

L’evento che si terrà dal 6 al 10 febbraio al Paris Expo Porte de Versailles è l’occasione perfetta per festeggiare il centenario di Citroen. Il costruttore del gruppo PSA ha quindi pensato di mettere sotto i riflettori le vetture più significative dei suoi primi cento anni di storia, suddividendo lo stand in dieci modelli di serie, dieci auto da corsa e dieci concept car.

Tra le vetture esposte si segnalano la mitica Citroen 2 CV, la primissima Type A, la Type H, la Tracion Avant, la simpatica Mehari, la Citroen CX e la DS, quest’ultima in grado di colpire l’immaginario collettivo tanto da dare vita ad un brand autonomo diversi decenni dopo il suo debutto sulle strade.

Ignazio Giunti – un pilota, un’epoca

 

 

Il racconto epico che celebra ciò che gli appassionati romanticamente definiscono “The Golden Age of Motorsport” – l’epoca d’oro delle corse (il periodo a cavallo tra gli anni ‘60 e i ‘70) – si arricchisce di un nuovo importante capitolo: una monografia dedicata a Ignazio Giunti.
Al pilota Giunti, il “diamante grezzo” cresciuto in quella straordinaria fucina di talenti che fu l’Autodelta (la squadra corse dell’Alfa Romeo)……e all’uomo, il rampollo della Roma Bene, autentico gentleman, maturo e riservato, nonostante un passato fin troppo irrequieto.
Un libro scritto da Vittorio Tusini, nipote del compianto pilota romano, che arriva a colmare una lacuna e che offre agli appassionati, a quasi 50 anni dalla sua tragica scomparsa, lo spunto per incontri, dibattiti, celebrazioni. Tanti amici non hanno voluto mancare l’occasione per ricordarlo.
Catapultato suo malgrado al centro della scena perché bello, ricco, talentuoso; lanciatissimo verso un promettente futuro, Ignazio incarnava una sorta di profilo ideale per tanti giovani appassionati.
Le classiche sfide fra amici prima di iniziare a fare sul serio: Vallelunga diventa presto il suo salotto di casa, il trampolino di lancio verso il professionismo con l’Alfa Corse. L’arrivo in Ferrari da grande speranza azzurra; una stagione, il 1970, vissuta da protagonista (con la vittoria alla 12 ore di Sebring e il secondo posto alla 1000 Km di Monza) e il debutto in Formula 1 con un superlativo quarto posto al Gran Premio di Spa. Tante attese e tante speranze che si infrangono all’improvviso: la parabola del campione bruscamente interrotta da un incidente assurdo e inaccettabile persino per l’epoca, quando morire in corsa non era certo un evento raro.
Resta il ricordo di un campione e di un uomo amatissimo da chi ha avuto la fortuna di incontrarlo, e l’eco delle polemiche di una tragica fine, in quella drammatica 1000 Km di Buenos Aires 1971, che forse ha contribuito a indirizzare con maggiore convinzione l’automobilismo verso più elevati livelli di sicurezza.
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Team DS Techeetah F.E

DS TECHEETAH e la monoposto elettrica di seconda generazione DS E-TENSE FE 19 sono pronti a scendere in lizza alla quinta stagione del Campionato del Mondo di Formula E. Ventidue monoposto di nuova generazione affronteranno inedite piste che si snoderanno in nuove città, inoltre le gare saranno caratterizzate da un nuovo regolamento e dalla presenza di nuovi protagonisti. I piloti del team DS TECHEETAH, André Lotterer e il campione di Formula E in carica, Jean-Éric Vergne, porteranno al debutto l’inedita monoposto DS E-TENSE FE 19. Il team è fra i più attesi protagonisti del primo appuntamento del Campionato che si svolgerà in Arabia Saudita, nella località di Ad Diriyah. Il nuovo regolamento prevede gare della durata di 45 minuti di durata più un giro.

Un’altra grossa novità concederà ai cinque piloti più votati dai fan di beneficiare dell’uso del FanBoost, un surplus di potenza che permette di influenzare il risultato di ogni gara. I cinque piloti potranno essere votati fino a quindici minuti dopo l’inizio di ogni appuntamento. DS Automobiles è uno dei pochi costruttori presenti in Formula E ha poter vantare di aver messo a punto il proprio sistema di frenata by-wire, in grado di aumentare le performance della vettura. La DS E-TENSE FE 19 è spinta da un’unità elettrica in grado di sviluppare 338 CV che consente alla vettura di bruciare lo scatto da 0 a 100 km/h in appena 2,8 secondi. La batteria delle monoposto elettriche è stata potenziata fino a quota 52 kWh con l’obiettivo di eliminare il cambio della vettura durante la competizione.

DS Performance – Spirit of Avant-garde

Spirit of Avant-garde. Il manifesto spirituale del marchio Ds è di quelli che non lasciano dubbi.
Figlio di quel capolavoro visionario che fu la Ds 19 del 1955, Ds Automobiles fa del savoire faire il suo biglietto da visita. Savoire faire inteso come lusso alla francese, ma anche nella tecnologia e nelle elevate prestazioni.
Ds Performance, la divisione sportiva della casa francese, vetrina tecnologica del gruppo PSA, lavora su due fronti: da una parte l’impegno nel campionato FIA di Formula E a fianco del team Virgin Racing, e dall’altro nello sviluppo di versioni evoluzione dei modelli della gamma Ds. A cominciare da Ds3 Performance, la sportiva della famiglia Ds, o l’attesissima supercar a emissioni zero DS E-tense, destinata a debuttare sui mercati nel prossimo futuro
Siamo andati a Satory, sede della Ds Performance, mentre fervono i preparativi in vista della stagione 4 del campionato di Formula E, che vedrà ancora una volta fra i protagonisti il Team Ds Virgin Racing. Abbiamo incontrato Thomas Chevaucher, il Direttore Tecnico di Ds Performance, per parlare dello stato dell’arte della tecnologia utilizzata dalle monoposto del campionato FIA e dei possibili sviluppi nella produzione di serie.
La Ds3, con il suo look sfrontatamente moderno, personale e personalizzabile, e pochi richiami alla tradizione, fatta eccezione per la calandra cromata definita Ds Wings, in questa versione Performance è un autentico concentrato di tecnologie, per spingere al massimo la raffinata sportività del marchio Ds. Dedicata a chi ama emozioni forti
I 208 CV e i 300 Nm di coppia massima vengono esaltati da un modernissimo cambio a sei rapporti, con una sesta marcia “vera” e non dosata unicamente per abbassare ad arte i consumi. In più il differenziale Torsen a controllo elettronico fa il suo dovere, consentendo di sfruttare agevolmente tutta l’esuberanza di cui dispone, a dispetto del passo corto e dell’eccellente rapporto peso/potenza: 6 kg per CV erogato.

Vallelunga ricorda Ignazio Giunti

 

 

In un triste giorno di gennaio di 45 anni fa, mentre cessava di battere il cuore di un’altra grande promessa del motorismo italiano, nasceva all’improvviso l’inossidabile mito di Ignazio Giunti.

Gentile, elegante, leale, coraggioso: il prototipo del cavaliere senza macchia e senza paura. Giunti sembrava un predestinato al successo, passato in pochi anni dai trionfi di Vallelunga (il suo salotto di casa…) con l’Alfa GTA, ai grandi riflettori dei più prestigiosi circuiti del mondo quale pilota ufficiale della Ferrari.

Primo a Sebring, secondo a Monza, terzo alla Targa Florio, sempre con la mostruosa Ferrari 512 S e sempre in coppia con Nino Vaccarella, in quella straordinaria stagione 1970 del Mondiale Sport, visssuta in un appasionante testa a testa con lo squadrone Porsche del team Wyer.

Quando sembrava ormai a un passo dall’Olimpo, fu invece bruscamente sottratto ai suoi tifosi da un atto scellerato di un collega e da una direzione di gara latente e superficiale.

Non fu certo il primo uomo a vedere spezzati i propri sogni su un nastro d’asfalto. Eppure il tragico epilogo di Ignazio Giunti suscitò indignazione, promosse dibattiti, stimolò interventi concreti come pochi altri. Tanto che, ancora oggi, viene celebrato da amici, colleghi, semplici appassionati. Come l’iniziativa dell’Associazione Amici di Vallelunga, che ha voluto rendere omaggio al pilota romano, ricollocando al centro del paddock il busto in bronzo che lo ritrae. L’occasione per un commosso saluto a un grande campione, ma soprattutto a un grande uomo.

Tanti gli amici e i colleghi di allora intervenuti all’evento: da Nino Vaccarella a Sandro Munari, da Nanni Galli a Spartaco Dini. Molto sentito anche l’intervento di Emanuele Pirro, che ha voluto porgere omaggio a uno dei suoi miti dell’infanzia, quando ancora seguiva le corse da semplice appassionato. Gran cerimoniere, Lino Ceccarelli, volto noto della Rai e grande amico del compianto Ignazio, affiancato dagli appassionatissimi nipoti del pilota romano.

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GP Hockenheim F.1 2016 Preview

Il ritorno del Grande Circus della F.1 sul circuito di Hockenheim segna il traguardo della 90ma edizione del “Großer Preis von Deutschland”, il Gran Premio di Germania, teatro di infinite sfide che rimandano agli albori del motorismo. L’occasione per un tuffo nel passato in compagnia di Nico Rosberg e i più promettenti giovani piloti tedeschi sulla scena: Pascal Wehrlein e Nico Hulkenberg. L’intramontabile Hans Herrmann ci accompagna in questo evento in collaborazione con il Museo di Stoccarda.

 

100th Targa Florio

Nel giorno della 100.ma edizione della Targa Florio finalmente Floriopoli è tornata a vivere, pulsare, rombare.
Il simulacro del glorioso circuito che fu ha richiamato ancora una volta in Sicilia il gotha del motorismo, per una rievocazione degna del blasone di un nome ormai leggendario.
Rimandando le lancette indietro nel tempo, i siciliani si sono così riversati a migliaia sulle strade delle Madonie, per porgere il loro affettuoso saluto ai propri beniamini: Vic Elford, Arturo Merzario, Andrea De Adamich, Sandro Munari, Nanni Galli, Jacky Ickx, Gijs Van Lennep, Herbert Linge, Carlo Facetti nonchè l’attuale boss della Red Bull Racing, Helmuth Marko.
Su tutti, l’idolo dei siciliani: Nino Vaccarella. Per lui passerella d’onore lungo i pochi km che separano la partenza dall’abitato di Cerda, uno dei più caratteristici tratti di questo incredibile tracciato. E bagno di folla è stato, per ritornare a vivere quei magici anni ’60 e ’70, quando la Targa visse il suo momento più fulgido.
C’è spazio e gloria anche per Ciccio di Cefalù, il celebre calzolaio dei piloti, tuttora amatissimo dagli appassionati e dai suoi illustri clienti “dal piede pesante”. Non a caso almeno la metà dei protagonisti calzava le sue celebri Racing Shoes…
Oggi, i 72 Km del piccolo delle Madonie sono in gran parte resi inagibili dal dissesto idrogeologico e grande è il rimpianto per non poter rivedere in azione questi eroi sopravvissuti e i loro fantastici bolidi, a pennellare come un tempo le mille curve di questo circuito, simbolo di un’epoca che ormai non c’è più.
Mentre a Floriopoli si chiudeva la festa, la corsa più antica del mondo, sia pure ormai sotto forma di tradizionale rally, continua la sua epopea. E a poca distanza da questa straordinario vento di passione, altri protagonisti si contendevano il trofeo ancora oggi più ambito: quella celebre Targa in ottone voluta da Vincenzo Florio nel lontano 1906. E a inserire i propri nomi nell’edizione 100 della Targa sono stati, ancora una volta, Paolo Andreucci e Anna Andreussi, gli alfieri della Peugeot Italia e la loro fedele 208 T16 R5.
Ma questa è già un’altra storia.